Microsoft, cinque partner nella business intelligence (Computerworld Italia, Dec 3 2002)

Gestionali classici, ovvero gli ERP, CRM e ora business intelligence: Microsoft sta investendo molto nelle soluzioni aziendali e vuole che il mercato se ne renda conto. Per questo, oltre alle novità tecnologiche di SQL Server 2003 (nome in codice Yukon, vedi riquadro in fondo), che enfatizzerà gli aspetti di BI, la società lavora molto anche agli accordi di collaborazione. In Italia i cinque partner di riferimento nella business intelligence sono Brainware, Business Objects, MIS AG, OutlookSoft e Solgenia, aziende che hanno già lavorato con Microsoft per clienti importanti ma che d'ora in avanti avranno formalmente un rapporto preferenziale con il gigante di Redmond, almeno in questo specifico settore di attività. "In sostanza non cambia molto - spiega Federico Fabi, product manager di Microsoft Italia per le soluzioni di business intelligence -, ma vogliamo dare al mercato un forte segnale di impegno. Nell'ultimo anno i clienti hanno chiesto certezze sul futuro dei prodotti, e questo è il miglior modo per rassicurarli". Non a caso l'obiettivo primario di queste alleanze sono i clienti enterprise, che per Microsoft, a prescindere dalla dimensione, sono le 300 aziende italiane che più investono in informatica.

L'offerta di business intelligence del gigante di Redmond si articola in una piattaforma tecnologica, SQL Server, dotata di un front end di primo livello, Excel, e di strumenti più avanzati come Data Analyzer. "Microsoft offre al cliente le funzionalità di business intelligence insieme con il database, cosa che i nostri concorrenti non fanno - precisa Fabi -. SQL Server comprende già tutto il necessario per lavorare: un database relazionale, uno strumento di estrazione dei dati, con cui costruire un data warehouse, e gli Analysis Services, con cui creare i cubi per il data mining". Sono già disponibili (gratis per i titolari di licenze SQL Server 2000 Enterprise Edition) quattro pacchetti, la famiglia Accelerator for BI, dedicati a settori specifici: vendita al dettaglio, vendita e marketing, servizi finanziari e aziende industriali. "La business intelligence si evolve anche in direzione del controllo dei costi (CPM o cost performance management, ndr) - segnala Flavio Grancelli, direttore commerciale di Outlooksoft -. E' importante dire al mercato che le tecnologie e i partner di Microsoft possono gestire anche questo aspetto".

Nonostante le cinque partnership, nessuno pensi che stia nascendo una sorta di polo italiano della business intelligence. Operativamente andrà più o meno così: ogni partner ha un rapporto privato con Microsoft ed è in competizione con gli altri quattro. Assumerà direttamente la gestione dei progetti per i propri clienti, e Microsoft gli fornirà prodotti e soluzioni tecnologiche. Intervenendo, se necessario, anche nei servizi con la struttura Microsoft Services.

Il punto merita un approfondimento: dato che le alleanze si rivolgono a clienti medio grandi (in Italia le grandi imprese sono poche e il grosso delle 300 "enterprise che investono in tecnologia" consta in pratica di attori del midmarket), come verrà spartita la torta dei servizi? Microsoft, azienda di prodotti, chiede forse ai partner di lasciarle una fetta del lucroso mercato dei servizi professionali? Marco Cremascoli, direttore marketing di Business Objects, nega questa possibilità: "Quando lavoriamo con tecnologie Microsoft ci avvaliamo già dei Microsoft Services per eventuali esigenze particolari, magari iperspecialistiche, che possono insorgere nel corso di un progetto. Per noi la sovrapposizione è minima". Più importante invece è garantire al cliente un'offerta completa. "SAS ha un suo database, noi no. Ma ora i clienti sanno con certezza che le soluzioni con cui copriamo l'area Windows, tra cui SQL Server, sono oggetto di investimenti strategici da parte di Microsoft".

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